Anche i ponti di Venezia hanno una storia da raccontare. In passato meno numerosi rispetto ad oggi, con un numero che varia nei secoli. All’inizio i ponti sono provvisori, semplici passerelle di legno o file di barche accostate, montate dove serve senza nessuna pianificazione.
Man mano che la città cresce si bonificano paludi e stagni, si prosciugano le piscine per aumentare la superficie edificabile e sfruttare al massimo i nuovi terreni. I ponti da provvisori diventano stabili, quelli di legno sono sostituiti da quelli di pietra e mattoni, in un cambiamento senza sosta.
Molti vengono aggiunti nell’Ottocento per dar modo ai pedoni di spostarsi più agevolmente mentre altri sono eliminati con l’interramento di alcuni rii e canali. La costruzione di alcuni ponti, specie nei punti più strategici, non rendeva più necessaria la presenza dei traghettatori che per secoli hanno svolto un servizio essenziale per la città.
Oggi i ponti a Venezia sono 438, di cui ben 90 privati. In pietra, mattoni, ferro e legno. Qui vi presento i 10 più importanti.
1. Ponte di Rialto
Uno dei simboli della città di Venezia, il ponte che fino a metà dell’Ottocento era l’unico che consentisse di attraversare il Canal Grande. Siamo in un posto strategico della città, un passaggio che collegava il suo cuore politico e religioso di piazza san Marco con quello economico e finanziario di Rialto.
Il primo ponte di Rialto era costituito da barche affiancate sopra le quali vi erano delle assi di legno. Chiamato ponte del Quartarolo come la tassa da pagare ai traghettatori. Nel Duecento fu rifatto su palafitte di legno e distrutto dagli insorti della congiura guidata da Bajamonte Tiepolo nel 1310.
Ricostruito, crollò nel 1444 per la folla stipata sul ponte ad ammirare il corteo acqueo della marchesa di Ferrara. Se ne costruì un altro, sempre di legno, levatoio al centro per consentire il passaggio delle barche più alte.
I crolli parziali e i cedimenti sono sempre più numerosi e l’idea di rifarlo in pietra prende sempre più piede. Nomi famosi di architetti come Palladio, Sansovino e Scamozzi presentano i loro progetti, che però non incontrano l’entusiasmo del governo. La decisione, dopo anni di indecisione, è finalmente presa e il vincitore è Antonio da Ponte, la cui opera è ultimata nel 1591.
La cosa straordinaria è che per rinforzare il terreno alla base del ponte, furono piantati ben 12.000 pali di legno, che reggono ancora oggi la spinta dell’unica grande arcata, che ospita ventiquattro botteghe su due file. Resterà l’unico ponte sul Canal Grande fino alla meta dell’Ottocento, quando saranno realizzati quello dell’Accademia e quello degli Scalzi.
2. Ponte dell’Accademia
Il primo si chiamava ponte della Carità, dal nome del complesso che oggi ospita le Gallerie dell’Accademia. Fu costruito nel 1854, con l’obiettivo di togliere il sestiere di Dorsoduro da una situazione di isolamento rispetto al centro della città. Infatti, dopo che nel 1846 fu costruito il ponte translagunare (che divenne poi il ponte della Libertà) per collegare Venezia alla terraferma, la zona ovest di Venezia ne diventò la nuova porta d’accesso e fu oggetto di investimenti, trasformazioni e ammodernamenti.
Il primo ponte, in ferro, fu realizzato secondo il progetto di Alfred Neville. Non si rivelò una struttura particolarmente resistente, e col passare degli anni diventò sempre più arrugginito e pericoloso. Si decise quindi di sostituirlo con un ponte in pietra e, nell’attesa, si smontò il ponte in ferro e se ne fece uno provvisorio, in legno.
Lo stesso che possiamo vedere oggi, anche se ora la struttura portante è metallica. Ovviamente ha subito nel corso del tempo importanti restauri e rifacimenti, ma rispecchia il progetto dell’ingegner Miozzi del 1933, che fu montato a tempo di record in soli 37 giorni, a fianco a dove c’era quello di ferro che contemporaneamente veniva smantellato.
3. Ponte degli Scalzi
È chiamato anche ponte della Ferrovia perché si trova quasi di fronte alla stazione ferroviaria di santa Lucia. Il suo nome viene dalla chiesa di santa Maria di Nazareth conosciuta come chiesa dei Carmelitani Scalzi che si trova ai suoi piedi.
Anche questo, come il ponte dell’Accademia, ha un precedente in ferro dell’ingegnere Alfred Neville, e fu inaugurato nel 1858, con ingresso a pedaggio. Fu poi sostituito da quello che percorriamo ancora oggi, realizzato in pietra d’Istria anche questo su progetto dell’ingegnere Eugenio Miozzi, e inaugurato nel 1934.
4. Ponte della Costituzione, detto di Calatrava
È il quarto ponte sul Canal Grande e collega piazzale Roma con la stazione ferroviaria di santa Lucia. Chiamato anche ponte di Calatrava dal nome dell’architetto spagnolo Santiago Calatrava e anche, con una punta di sarcasmo, ponte dei caduti, viste la numerose scivolate e i frequenti incidenti di cui sono stati vittime pedoni veneziani e non.
Questo ponte infatti è un po’ pericoloso per due motivi. Se la giornata è umida o piovosa fate attenzione a dove camminate, perché la superficie è a tratti scivolosa, specialmente ai lati. E poi evitate di prendere il ritmo quando salite e scendete, perché i gradini hanno la pedata, cioè la profondità, e l’alzata, cioè l’altezza, che non seguono un ritmo regolare.
Per costruire questo ponte sono stati utilizzati materiali tradizionali come la pietra d’Istria e la trachite, assieme ad altri moderni come l’acciaio e il vetro. È stato aperto al traffico nel 2008 senza una vera e propria cerimonia di inaugurazione, e questo a causa delle tensioni che hanno accompagnato questo ponte durante tutta la sua storia.
Grandi polemiche hanno riguardato sia i costi che le tempistiche di realizzazione. La spesa totale infatti ha più che raddoppiato il preventivo iniziale di 6 milioni di euro, e invece dei 18 mesi previsti ci sono voluti oltre 6 anni di lavori. Inoltre l’ovovia che faceva parte del progetto iniziale è stata eliminata e la mobilità per i disabili resta una questione ancora aperta.
5. Ponte dei pugni
I ponti dei pugni sono due: uno a santa Fosca e uno tra campo santa Margherita e campo san Barnaba. Ancora oggi si possono vedere quattro impronte a forma di piede che convergono verso il centro. Qui si davano appuntamento le due fazioni nemiche della città per combattere e stabilire quale delle due fosse la più forte.
Da una parte i Castellani, che venivano dal sestiere di Castello e per questo erano principalmente operai che lavoravano all’Arsenale, e dall’altra i Nicolotti, che prendono il nome da san Nicolò dei Mendicoli, ed erano per la maggior parte pescatori.
L’inimicizia e la rivalità era tale per cui già dal Medioevo le lotte dei pugni erano regolamentate con tanto di calendario: gli scontri avvenivano da settembre a Natale. Erano sfide che attiravano un grande pubblico e la gente si affacciava dalle case per assistere a queste battaglie che diventavano veri e propri spettacoli. Continuarono fino all’inizio del Settecento, quando diventarono troppo pericolose e violente e per questo furono vietate.
6. Ponte delle guglie
Il ponte della guglie attraversa il canale di Cannaregio, si trova dopo campo san Geremia in direzione di Rialto. Prende il nome dai quattro pinnacoli sulle spallette agli angoli. Il primo risale al Duecento, fu ricostruito e restaurato più volte, l’ultima nell’Ottocento quando fu interrato un tratto della lista di Spagne e del rio terà san Leonardo.
7. Ponte delle tette
Il ponte delle tette si trova un po’ nascosto, al confine tra i sestieri di san Polo e santa Croce sul rio di san Cassiano, nella zona della Carampane che era il quartiere a luci rosse ai tempi della Serenissima. Qui lavoravano le prostitute veneziane, molto numerose a Venezia nei secoli passati.
Il bello della toponomastica veneziana è che, salvo rare eccezioni, non ha subito modifiche nel corso del tempo. Il nome di questo ponte ci ricorda che qui le prostitute si affacciavano al davanzale o sostavano alla porta con i seni scoperti per invogliare i clienti a far loro visita.
8. Ponte Chiodo
Si trova nel sestiere di Cannaregio a pochi passi della ex Scuola Grande della Misericordia. Prende il nome dalla famiglia omonima che abitava nei pressi, ed è un ponte privato, che consente di raggiungere un’abitazione.
La sua fama è legata al fatto che resta l’unico ponte privo di parapetti che è rimasto in città. Meno celebre di un altro ponte senza protezioni, quello del Diavolo che si trova a Torcello. È interessante perché ci fa pensare al fatto che una volta molti ponti erano privi di protezioni.
Le spallette furono aggiunte man mano soprattutto nell’Ottocento, quando ci fu una trasformazione della città che si adeguava in base alle esigenze della circolazione pedonale e a svantaggio delle imbarcazioni.
9. Ponte dei tre archi o di san Giobbe
Anche questo ponte si trova a Cannaregio, alla fine del canale omonimo verso ovest. Consente di passare dalla fondamenta di Cannaregio a quella di san Giobbe. È una struttura in pietra ricostruita nel Cinquecento, formata da tre arcate ed è l’unico ponte di questa forma che si è mantenuto fino ad oggi.
In passato ce n’erano altri, come quello di san Lorenzo che si può vedere nel telero di Gentile Bellini del Miracolo della Croce al ponte di san Lorenzo ora alle Gallerie dell’Accademia.
10. Ponte dei sospiri
Unisce il Palazzo Ducale con le prigioni Nuove. È un ponte completamente coperto per evitare che i prigionieri, una volta condannati e trasferiti dal tribunale alle prigioni, tentassero un ultimo tentativo di fuga gettandosi nel canale sottostante. Fu costruito nei primissimi anni del Seicento su progetto di Antonio Contin, nipote del celebre Antonio da Ponte, progettista di quello di Rialto.
Nonostante la sua funzione è un ponte molto elegante, in pietra d’Istria. Si chiamava semplicemente ponte delle prigioni, e il nome odierno arriva dalla fantasia di chi immaginava i carcerati sospirare mentre lo attraversavano, scortati dalle guardie, pensando alla libertà perduta e alla loro città che potevano intravedere attraverso le piccole finestre ai lati.
Questi dieci ponti sono i più famosi tra tutti quelli che ci sono a Venezia, ognuno con una storia da raccontare. Se vuoi leggere altri articoli sulla storia, le curiosità e le tradizioni veneziane, ne potrai trovarne uno nuovo ogni mercoledì su questo blog.
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A presto!