Giorgione e il mistero de ‘La tempesta’

Molti sono ancora oggi i segreti legati al pittore Zorzi da Castelfranco, detto Giorgione. Descritto dai suoi contemporanei come un uomo affascinante, di bell’aspetto, amante della vita, delle donne e della musica. Un artista geniale ed enigmatico, che muore a Venezia nel 1510, poco più che trentenne, durante un’epidemia di peste.

Tutto ciò che ha a che fare con la sua vita e le sue opere è parte del mistero che lo riguarda. Il suo percorso artistico dura pochissimi anni, i dipinti di certa attribuzione sono sei o sette e quasi tutti dal significato incerto. Un artista innovatore scoperto e apprezzato dalla élite culturale veneziana ma che resta per noi ancora incompreso, e il cui quadro intitolato La Tempesta rappresenta il suo capolavoro.

La Venezia di Giorgione

Come molti altri pittori del tempo, all’inizio della sua carriera dipinge “rotelle, armari e molte casse in particolare nelli quali faceva per lo più favole di Ovidio“, come scrive il suo biografo Carlo Ridolfi un secolo dopo. Decora quindi bauli, letti e altri elementi d’arredo di case e palazzi dei patrizi veneziani.

In breve tempo però, la sua carriera prende una direzione diversa di quella dei suoi colleghi. Non più solo pale d’altare e dipinti devozionali ma soggetti differenti. La sua fortuna? Quella di nascere a Venezia alla fine del Quattrocento, dove trova un ambiente culturale vivace e sofisticato che apprezza la sua ambiguità e la sua originalità.

Sono infatti i ricchi mercanti e borghesi veneziani che iniziano a commissionare a Giorgione quadri di piccolo formato, di contenuto profano e letterario, per soddisfare un loro piacere personale che deve restare privato e non esibito. Può sembrare poca cosa, e invece questo è un cambiamento epocale della storia della pittura e del rapporto tra artista e committente.

Poteva infatti accadere che il messaggio cifrato all’interno del quadro fosse conosciuto solo dal committente e dall’artista, che condividevano così una sorta di segreto. E La tempesta ne è un esempio perfetto, dato che ancora oggi esistono numerose ipotesi che tentano di risolvere la questione.

I protagonisti delle opere di Giorgione: il paesaggio e la natura

Siamo all’inizio del Rinascimento, che a Venezia si sviluppa diversamente rispetto a quanto accade in Toscana. E’ anche il momento in cui per la Repubblica Serenissima si consolida l’espansione in terraferma e inizia la civiltà della villa. L’attenzione si sposta verso la campagna e il paesaggio agreste, che viene osservato, apprezzato e rappresentato sempre più.

E’ in questo periodo quindi che il paesaggio diventa un elemento fondamentale dei quadri di Bellini, Tiziano e Veronese ma è con Giorgione, e in particolare con La Tempesta, che esso assume per la prima volta un ruolo decisivo, diventando protagonista. E che ci permette di cogliere la portata della sua rivoluzione artistica.

In questo quadro il pittore riesce a catturare un attimo sospeso, come fosse un fermo immagine. Esattamente il momento in cui scoppia il fulmine che libera l’energia sprigionando una luce irreale che illumina tutte le figure. L’atmosfera è soffocante, sembra di sentire l’aria pesante e carica di umidità che preannuncia un temporale estivo.

Analisi de La tempesta

La prima cosa che vediamo in questo quadro sono le due figure ai lati. A sinistra un giovane uomo, con abiti eleganti dell’epoca, in piedi e appoggiato ad un lungo bastone, che osserva un punto lontano alla sua sinistra. A destra una giovane donna quasi nuda, seduta sul prato, che allatta un bimbo guardando verso di noi con un’espressione severa e indecifrabile.

Tra loro nessun dialogo né gioco di sguardi. Si sta per scatenare un temporale, eppure stanno immobili, come se non percepissero la tensione che precede l’arrivo del tuono. Occupano i lati del paesaggio come ad inquadrarlo. In secondo piano due colonne spezzate su un muro, un fiume attraversato da un ponte, edifici di una città murata medievale.

Le figure umane e gli elementi architettonici sono eterogenei e isolati tra loro. Simboli il cui significato era ben noto al committente, che si confidava con il pittore chiedendogli di creare una sorta di di rebus, chiaramente indecifrabile a chi non conoscesse la storia o l’episodio al quale si riferiva.

Chi sono questi personaggi misteriosi? E che cosa rappresentano?

Le interpretazioni de La tempesta

Numerose sono le interpretazioni proposte dagli studiosi, che da tempo cercano di svelare il significato di questo quadro. Al momento però,  non ce n’è una prevalente sulle altre. L’unica cosa certa è che questo punto interrogativo ha contribuito a rendere La Tempesta uno dei quadri più misteriosi della storia dell’arte.

Potrebbe essere la rappresentazione di un episodio biblico, un mito dell’antichità, un concetto filosofico, un episodio storico, un racconto letterario e altro ancora. C’è anche chi ha interrotto la ricerca e definito questo quadro un paesaggio con due figure umane, una fantasia poetica frutto dell’originalità dell’artista che ha voluto usare il pennello per ritrarre uno stato d’animo, per celebrare la natura nelle sue meravigliose ed intense manifestazioni.

Tra le numerose ipotesi sull’identità dei due personaggi, ne riporto qui alcune:
– la figura maschile è un soldato, allegoria della Forza; quella femminile è quella della Carità, rappresentata secondo la tradizione da una donna che allatta;
– Adamo che al posto della vanga tiene il bastone, mentre Eva allatta Caino. Il fulmine tra le nuvole splende come la spada dell’angelo nel momento in cui sono cacciati dal Paradiso dopo il peccato originale;
– Mosè bambino, salvato dalla figlia del faraone alle acque del Nilo e nutrito dalla balia;
– un giovane Giuseppe e Maria che allatta il piccolo Gesù;
– un soldato mercenario pagato da Venezia che ha conquistato Padova, simboleggiata dalla donna che nutre cioè mantiene Venezia, perché tra le due città quella di più antica fondazione è la seconda.

Giorgione, La tempesta, Gallerie dell’Accademia

La soluzione all’enigma, forse, non la troveremo mai. Perché allora non godercelo senza pensare troppo al suo significato? Abbandoniamoci al piacere di osservare, lasciamoci trasportare in questo paesaggio e lasciamoci avvolgere da quest’atmosfera sospesa.

La Tempesta si trova alle Gallerie dell’Accademia, ed è uno dei capolavori di questa collezione che raccoglie opere della pittura veneziana dal Trecento al Settecento. La mie visite guidate in questo museo riprenderanno al più presto. Se vuoi conoscerne le date in anteprima appena saranno pubblicate ricordati di iscriverti alla mia newsletter

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