I quattro cavalli in bronzo dorato sono uno dei simboli di Venezia, ed hanno attraversato il Mediterraneo e l’Europa prima di concludere il loro lungo viaggio nel luogo dove si trovano oggi, protetti dalle mura della basilica di san Marco all’interno del Museo Marciano.
Si tratta di un’opera d’arte antica sulla quale molti misteri che riguardano la sua creazione resteranno insoluti. Si ipotizza che sia stata prodotta non prima del II secolo d.C. ma forse non conosceremo mai il nome del suo autore e il luogo dove fu realizzata.
Sono un pezzo unico, l’unica quadriga dell’età classica sopravvissuta fino ai giorni nostri. Non esistono opere simili sulle quali poter fare un confronto stilistico, per cui se da una parte questo rende più difficile la datazione, dall’altra ne risalta la sua unicità.
Da Costantinopoli a Venezia
Ciò che noi sappiamo di questa quadriga inizia dall’ippodromo di Costantinopoli, che occupava lo spazio che oggi è la piazza Sultanahmet di Istanbul, lunga 400 metri, e che era in grado di accogliere fino a 100.000 persone. Era il luogo dove si svolgevano i giochi circensi, le corse dei cavalli e delle bighe e le cerimonie ufficiali.
Al centro dell’ippodromo vi era l’obelisco di Teodosio, che ancora oggi si può vedere nella piazza. Il suo perimetro era adornato da opere d’arte che sottolineavano il ruolo di Costantinopoli come capitale dell’Impero romano d’Oriente, e nel punto più alto svettava questa quadriga, sopra la torre dei caceres, i locali destinati alla sosta dei carri in attesa del segnale di partenza nelle gare.
L’ippodromo si trovava nel cuore civile e politico della città e di tutto l’Impero. Accanto infatti vi erano sia il Palazzo Imperiale che era la sede del governo, sia santa Sofia che era al tempo una basilica. Gli stessi tre elementi che ritroviamo a Venezia con la piazza san Marco, il Palazzo Ducale e la basilica.
Nel 1204 la città di Costantinopoli fu distrutta e saccheggiata dagli eserciti della IV Crociata, al comando del doge Enrico Dandolo, e le opere d’arte più importanti furono scelte come bottino di guerra e trasportate a Venezia.
I cavalli furono caricati sulla galea veneziana di Domenico Morosini. Durante le manovre una zampa si ruppe e fu requisita dal comandante che la tenne come ricordo personale. Una volta arrivati a Venezia le statue rimasero cinquant’anni in Arsenale prima di trovare la loro collocazione definitiva sulla loggia della basilica di san Marco, dove vi restarono per più di cinque secoli diventando simbolo della potenza militare e politica di Venezia.
Venezia – Parigi andata e ritorno
Con il 1797 arriva l’esercito francese e con esso la caduta della Repubblica. Tra i vari capolavori che furono scelti per partire alla volta di Parigi non poté mancare la quadriga, che il 13 dicembre venne calata dalla loggia della basilica. L’anno dopo fu trasferita in Francia che nel giro di qualche anno sarebbe diventata un grande impero alla guida di Napoleone.
Via mare raggiunse Ancona, poi Livorno per sbarcare a Tolone. Da qui, sfruttando la rete di canali e fiumi navigabili in territorio francese, a bordo di chiatte dal Rodano alla Senna arrivò a Parigi nel mese di luglio. Fu poi issata sopra l’arco di Trionfo del Carrousel, che si trova tra i giardini delle Tuilieries e il palazzo del Louvre. Ai quattro cavalli si aggiunse un carro e due vittorie alate a completamento dell’opera scultorea.
Nel 1815, con la sconfitta di Napoleone, gli equilibri europei cambiano ancora. La Francia sconfitta, Venezia tornò sotto il dominio austriaco riuscendo ad ottenere la restituzione della quadriga, grazie anche alla mediazione di Antonio Canova, il grande scultore che si trovava a Parigi per trattare la restituzioni delle opere d’arte dello stato pontificio.
Fu così che quest’opera d’arte così importante per i veneziani riuscì a tornare a splendere su piazza san Marco. I quattro destrieri furono accolti da una folla in festa e issati sulla basilica durante una cerimonia ufficiale alla presenza dell’Imperatore Francesco I.
Le due guerre mondiali e l’ultimo trasferimento
Allo scoppio della prima guerra mondiale si decise di togliere la quadriga dalla Basilica per trasferirla in un posto al sicuro, al riparo da eventuali bombardamenti. Dopo due anni a Palazzo Ducale ci fu la partenza per Roma, dove le statue furono ospitate all’interno di Castel sant’Angelo fino al 1919.
Anche con la seconda guerra mondiale si rese necessario un trasferimento temporaneo per mettere i cavalli al sicuro. Il luogo prescelto questa volta fu l’Abbazia di Praglia che li accolse dal 1942 al 1945, quando furono finalmente ricollocati sulla loggia della basilica.
Un ultimo, definitivo trasferimento fu quello del 1982 quando, dopo un restauro accurato, le statue furono trasferite all’interno del Museo Marciano, a pochi metri di distanza rispetto alla collocazione originale, dove si possono ammirare ancora oggi.
Una scelta obbligata, per preservare e proteggere questo capolavoro dalle intemperie. Sulla loggia, al posto dell’originale, si trova una copia realizzata nel 1979 dalla fonderia Battaglia di Milano.
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