San Michele in isola, il cimitero di Venezia

Tra Venezia e Murano, circondata dalle acque dalla laguna e protetta da un muro di mattoni e pietra d’Istria, esiste un’isola che ospita, da circa duecento anni, il cimitero di San Michele. Raggiungibile con il vaporetto dalle Fondamente Nove, è un luogo con una storia davvero particolare, che ti racconto qui.

I cimiteri a Venezia prima dell’Ottocento

A Venezia i luoghi dedicati alla sepoltura dei defunti si trovavano in città. Le persone più importanti, dai nobili ai prelati ai benefattori, avevano un posto privilegiato all’interno delle chiese o nei chiostri dei conventi, a volte con monumenti funebri che sono vere e proprie opere d’arte.

Per i poveri invece c’erano i cimiteri parrocchiali nei pressi delle chiese, di cui restano tracce nella toponomastica veneziana. Davanti alla chiesa di San Simeone Grando c’è Campo Santo; Calle dei morti nei pressi di San Cassiano; Calle della morte dietro Campo Bandiera e Moro; Calle del Cimitero tra San Francesco della Vigna e la Celestia.

La storia del cimitero di San Michele

All’inizio dell’Ottocento Venezia è sotto la dominazione francese, quindi anche qui entra in vigore l’editto di Saint Cloud, che stabiliva che i cimiteri fossero trasferiti fuori dalle mura cittadine. Si sceglie l’isola di San Cristoforo della Pace, dove c’erano una chiesa ed un convento dei padri Eremitani di Sant’Agostino che vengono demoliti.

La superficie dell’isola viene spianata e rialzata di due metri, e si costruisce un muro lungo il perimetro. I lavori sono affidati a Giannantonio Selva e dal 1813 il nuovo cimitero di Venezia entra in funzione. Dopo pochi anni però, lo spazio si rivela insufficiente. Nonostante l’urgenza di una soluzione, ci vorranno vent’anni prima che si decida di interrare il canale che divide l’isola di San Cristoforo da quella di San Michele e di unire così le due isole.

Su quest’ultima c’era una chiesa rinascimentale di Mauro Codussi, la Cappella Emiliani e un grande monastero con un bel chiostro. Nel Rinascimento il complesso di San Michele divenne un centro di straordinaria cultura grazie ai suoi numerosi letterati, umanisti e teologi anche se il personaggio più illustre fu il geografo e cartografo Fra’ Mauro da Venezia, che realizzò un enorme planisfero custodito oggi alla Biblioteca Marciana di Venezia.

Gli ampliamenti dell’isola continuano anche in tempi recenti, con l’ultimo intervento firmato dall’architetto inglese David Chipperfield, che ha costruito la Corte dei Quattro Evangelisti su una superficie realizzata su una barena riempita con terreni risultanti dagli scavi dell’ex Manifattura Tabacchi di Piazzale Roma.

Le tombe dei personaggi più famosi

Il cimitero di San Michele accoglie anche tombe di personaggi famosi, italiani e stranieri, morti a Venezia o che avevano espresso il desiderio di essere sepolti qui.

Giustina Renier Michiel (Venezia, 1755 – 1832). Scrittrice e salottiera, con i due ultimi dogi che furono suo nonno paterno e suo zio. Scrisse Origine delle feste veneziane, un libro al quale si dedicò per vent’anni raccogliendo testimonianze dai suoi contemporanei, studiando libri e documenti, lasciandoci una preziosa testimonianza della Venezia di un tempo.

Serghej Diaghilev (Selišci, Russia, 1872 – Venezia, 1929). Impresario teatrale, critico d’arte. Fondò e diresse la compagnia dei Balletti Russi, coinvolgendo coreografi, scenografi, musicisti e pittori. Commissionò le scenografie a Picasso, Matisse e Mirò, e la musica da ballo a Debussy, Ravel, Prokofiev anche se la sua collaborazione più importante fu quella con Igor Stravinskij.

Personalità esuberante e generosa, alternò successi straordinari a fiaschi memorabili. Morì all’hotel Des Bains del Lido di Venezia dove si trovava in vacanza come tutti gli anni. I suoi funerali si svolsero nella chiesa di San Giorgio dei Greci e furono pagati dalla sua cara amica Coco Chanel.

Igor Stravinskij (San Pietroburgo, 1882 – New York, 1971). Compositore, pianista, direttore d’orchestra. La sua carriera decollò grazie a Serghej Daghiliev, che gli chiese di musicalizzare l’antica favola russa de L’ uccello di fuoco, e che riposa accanto a lui nella piccola sezione ortodossa del cimitero.

Molto legato a Venezia che ospitò molte ‘prime’ delle sue opere. Nel 1951 al teatro la Fenice diresse l’Orchestra del Teatro alla Scala per la sua opera The rake’s progress. Nel 1956, in una Basilica di San Marco affollata di pubblico, il Canticum Sacrum. Nel 1958, nella Scuola Grande di San Rocco la prima di Threni e infine, nel 1960, a Palazzo Ducale diresse il Monumentum pro Gesualdo di Venosa.

Ezra Pound (Hailey, Usa, 1885 – Venezia, 1972). Poeta, saggista e traduttore statunitense. Considerato il massimo innovatore della poesia di lingua inglese del Novecento. Trascorse lunghi periodi in Italia, e a Venezia pubblicò il suo primo libro di poesie, A lume spento.

Grande sostenitore del regime fascista, fu per questo accusato di alto tradimento. Evitò la pena capitale perché dichiarato incapace di intendere e di volere e fu quindi detenuto tredici anni in un manicomio giudiziario fino a quando, liberato, tornò in Italia dove trascorse gli ultimi anni della sua vita.

Helenio Herrera (Buenos Aires, 1910 – Venezia, 1997). Calciatore ed allenatore, nacque in Argentina che lasciò ancora ragazzo per trasferirsi con la sua famiglia a Casablanca dove iniziò a giocare a calcio. Un ingaggio lo portò in Francia dove cominciò la carriera di allenatore.

Fu alla guida di ben tre nazionali: la Francia, la Spagna e infine l’Italia. Qui diventò famoso negli anni Sessanta quando alla guida dell’Inter vinse due Coppe dei Campioni, due Coppe Intercontinentali e tre scudetti. In seguito ad un attacco di cuore si trasferì a Venezia, dove visse in un bel palazzo vicino a San Lio.

Emilio Vedova (Venezia, 1919 – 2006). Pittore e incisore italiano. Antifascista, partecipò alla Resistenza, nel 1946 fu tra i fondatori di Nuova Secessione Italiana e del Fronte Nuovo delle Arti. Nel 1948 partecipò alla sua prima Biennale di Venezia, che lo vedrà protagonista anche negli anni seguenti, fino a ricevere nel 1997 il Leone d’Oro alla carriera.

Luigi Nono (Venezia, 1924 – 1990). Compositore, politico e scrittore. Cresciuto in una famiglia di artisti e amanti della musica, utilizzò spesso testi politici nelle sue opere. Fondamentali furono l’amicizia e la collaborazione con il pittore Emilio Vedova e con gli scrittori e poeti Giuseppe Ungaretti, Cesare Pavese, Federico Garcìa Lorca, Pablo Neruda e Paul Eluard, di cui utilizzò i testi per alcune sue opere.

Iosif Brodskij (Leningrado, 1940 – New York, 1996). Poeta, saggista e drammaturgo. Pubblicò le sue prime opere nel 1958 ma i successi letterari lo resero sospetto al regime che lo condannò ai lavori forzati. Grazie alle reazioni internazionali fu liberato e, costretto all’esilio, decise di emigrare negli Stati Uniti.

Poeta e insegnante universitario, nel 1987 ricevette il premio Nobel per la letteratura. Nel 1989 scrisse Fondamenta degli Incurabili, dedicato a Venezia, dove veniva in vacanza sempre in inverno e che tanto gli ricordava la sua città natale.

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